Sante Perpetua e Felicita

2 minuto/i di lettura

Sante Perpetua e Felicita

I nomi di Perpetua e Felicita ci presentano due eroine cristiane che, per testimoniare la loro fede, affrontarono un martirio prolungato e atroce.

Perpetua nacque a Cartagine da una famiglia nobile alla fine del secondo secolo. Nel 203, giovane sposa di ventidue anni e madre di un bambino ancora in fasce, fu arrestata insieme ad altri quattro compagni dal proconsole Minucio Firminiano, perché cristiana. Imprigionata in una tenebrosa cella, dovette affrontare le più dure battaglie: prima contro suo padre, poi contro feroci bestie, fino a quando la spada le recise la vita.

Su Perpetua, il padre, devoto seguace della religione imperiale, riversava un affetto tenero; cercò con ogni mezzo di farle rinnegare la fede per salvarla. Ecco come Perpetua racconta questi struggenti colloqui:

“… Se hai mai avuto qualche rispetto per me, se ti ho amato più di ogni altra persona, ti prego di non rovinarmi… Pensa ai tuoi fratelli, alla tua madre, al tuo bambino che non potrà vivere senza di te. Lascia andare questa ostinazione che porterà alla nostra rovina, perché nessuno di noi oserebbe mostrarsi in pubblico se tu fossi condannata come criminale”. E, dicendo queste parole, mi baciava le mani, si gettava ai miei piedi e mi chiamava non più figlia, ma signora…

Le lotte con suo padre erano per Perpetua fonte di intenso dolore:

“Confesso che soffrivo molto quando pensavo a mio padre”.

Ma Perpetua fu forte, superò i legami della natura e, felice di offrire la sua vita per l’amore di Cristo, affrontò la condanna alle bestie feroci, confortata dalle sublime visioni che il Signore le concesse.

Con Perpetua, nel carcere, c’era anche Felicita, giovane sposa in attesa di diventare madre. Secondo la legge romana, le donne incinte non potevano essere giustiziate prima del parto, così Felicita, con ferventi preghiere, ottenne da Dio di partorire prima della data fissata per il martirio. Nel circo, accanto a Perpetua, Felicita e altri tre compagni di nome Saturnino, Revocato e Secondulo, accolsero con gioia la morte martiriale.

Nell’arena gremita di persone assetate di spettacoli cruenti, le due eroine, esultanti, lasciarono la prigione, dove avevano già tanto sofferto, per presentarsi nel circo. Un toro infuriato le attese e, una volta esposte alla belva, furono ferite dalle sue affilate corna. Ma il popolo, riconoscendo le giovani madri, ebbe pietà e chiese che la spada porresse fine alla loro agonia.

Così fu fatto: la belva fu rimossa e i carnefici le trafissero con la spada. Il loro martirio lasciò un’impronta indelebile nelle menti dei cristiani, che ogni anno celebravano solennemente la loro gloriosa memoria. I nomi delle due sante furono inclusi nel Canone della Santa Messa.

Preghiera

O Signore Dio nostro, che hai concesso alle tue sante Perpetua e Felicita la grazia di affrontare il martirio con coraggio e fede salda, concedici di seguire il loro esempio di fedeltà e dedizione a Cristo. Possiamo imparare dalla loro determinazione nell’amore per te e nella testimonianza del Vangelo, affinché possiamo perseverare nella nostra fede anche di fronte alle avversità. Concedici, per intercessione delle sante martiri, la forza di rimanere saldi nella verità e di crescere nell’amore verso di te. Amen.

Martirologio Romano

A Cartagine, il natale delle sante Perpetua e Felicita Martiri: Felicita, pur essendo incinta, come riporta Sant’Agostino, e avvicinandosi al momento del parto, mentre soffriva per le doglie del parto, era lieta. Con loro patirono il martirio anche Saturnino, Revocato e Secondulo, l’ultimo dei quali morì in prigione, mentre gli altri furono maltrattati da varie bestie e infine uccisi a colpi di spada sotto l’imperatore Severo. La festa delle sante Perpetua e Felicita si celebra il giorno precedente.

Aggiornato: